“Tutti abbiamo paura di cambiare. Una delle ragioni principali della resistenza a comprendere, è la paura del cambiamento: se veramente mi permetto di capire un’altra persona, posso essere cambiato da quanto comprendo” (Carl Rogers)
Nel mio lavoro clinico utilizzo un approccio integrato con prevalente focalizzazione sull’Analisi Transazionale.
L’Analisi Transazionale (A.T.), fondata da Eric Berne (1910-1970), è una teoria della personalità e una psicoterapia sistematica finalizzata alla crescita e al cambiamento della persona.
In quanto teoria della personalità l’A.T. ci aiuta a capire come siamo strutturati dal punto di vista psicologico e utilizza a tal fine, un modello noto come modello degli Stati dell’Io, che spiega come funzioniamo e come entriamo in relazione con gli altri.
Il termine “transazionale” rimanda alla comunicazione tra due individui che può essere letta come una serie di transazioni o scambi comunicativi in cui entrano in gioco i diversi stati dell’Io delle persone coinvolte. Esistono diversi tipi di transazioni e ognuno determina la qualità della comunicazione stessa. Un tipo particolare di transazione che può degenerare in una comunicazione patologica, viene definito gioco. L’analisi delle transazioni e dei giochi psicologici sono oggetto della psicoterapia.
L’A.T. offre inoltre, una teoria dello sviluppo infantile: attraverso il concetto di copione è possibile concepire la nostra vita come una storia scritta da noi stessi, un piano specifico che redigiamo fin dalla nascita in base alle primissime esperienze, in risposta ai messaggi verbali e non verbali ricevuti dalle figure di riferimento nei primi anni di vita; il copione riflette anche le emozioni provate e suscitate da tali messaggi e comprende le decisioni di sopravvivenza, prese inconsapevolmente, per soddisfare il bisogno primario di vicinanza e amore.
Facciamo un esempio: un bambino decide (parliamo, come dicevamo di una decisione presa al di fuori della consapevolezza) che per poter avere attenzioni in casa deve essere servizievole e mettere da parte i propri desideri e bisogni perchè, ogni volta che li esprime, rimane frustrato; intuisce così, che l’unico modo per soddisfare il proprio bisogno di vicinanza e amore, riconoscimento e visibilità è aiutare i suoi genitori. Questa modalità, anche se funzionale in famiglia, viene generalizzata e, anche quando lui cresce e la situazione e le persone che lo circondano sono cambiati, crederà di dover usare sempre lo stesso schema per poter ricevere attenzioni ed essere apprezzato. Continuerà in modo rigido ad applicare la modalità appresa da bambino anche se oggettivamente nel presente non è più funzionale e necessario. Questa rigidità nel modo di entrare in relazione con gli altri, nella vita attuale può comportare per lui un problema e nel tempo ostacolare le sue interazioni sociali.
Dunque, nel quadro del copione, quello che succede è che nella nostra vita adulta per la risoluzione di problemi attuali, ricorriamo a strategie infantili che in passato rappresentavano le uniche strategie di sopravvivenza, mentre oggi risultano disfunzionali, riproposte in modo automatico e inconsapevole, nonostante generino effetti dolorosi e controproducenti. Scopo della terapia è diventare consapevoli di tali decisioni arcaiche per rendersi capaci di soddisfare i propri bisogni in modo autentico, spontaneo e libero dal copione, cioè dai condizionamenti del passato.
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